Uno studio pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale ha dimostrato come una soluzione di propoli possa essere utilizzata come agente sanificante degli alimenti (frutta e verdura) con maggiore efficacia rispetto ai prodotti a base di ipoclorito (es. amuchina) e con minori effetti collaterali

di Marco D’Imperio

Riproponiamo qui un estratto da un interessante studio pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences nel 2014. Lo studio mette in evidenza come la propoli, opportunamente preparata, possa essere utilizzata come igienizzante-sanificante per i cibi al posto dell’ormai diffusa Amuchina la quale altro non è che ipoclorito di sodio (lo stesso principio attivo utilizzato nella varechina). Quest’ultimo, come ampiamente dimostrato, può dare origine a pericolose sostanze (es. trialometani) se viene a contatto con i composti organici in acqua.

La questione non è di poco interesse visto che una buona parte delle verdure e della frutta che arriva sulle nostre tavole non è priva di batteri ed in generale, di microrganismi, dannosi o potenzialmente dannosi per l’uomo.

Nello studio i ricercatori spagnoli e portoghesi hanno valutato il livello iniziale di contaminazione microbica di varia natura (es. Escherichia coli, Staphilococcus Aureus, Salmonella, ecc.) della lattuga fresca e di quella pronta all’uso (le buste da supermercato). Successivamente, dopo il trattamento con prodotti sanitizzanti come l’ipoclorito di sodio e la propoli (ed acqua di rubinetto come controllo), hanno misurato nuovamente il livello di contaminazione.

I risultati hanno mostrato innanzitutto che la lattuga in busta aveva un carico microbico inferiore rispetto alla lattuga tal quale (come era logico attendersi). Ma la cosa interessante è che il trattamento con la soluzione di propoli ha portato ad un più efficace abbattimento della carica microbica rispetto al trattamento con l’amuchina. Inoltre, a differenza dei composti a base di cloro, la propoli sembra avere il vantaggio di non indurre la farmaco resistenza nei microrganismi trattati e quindi ciò garantisce un’efficacia più duratura nel tempo.

Ma perché la propoli presenta tali qualità? Perché è ricca di composti antiossidanti quali fenoli e flavonoidi particolarmente presenti in alcune piante (Salicacee, Fagacee, Ericacee, Borraginacee, ecc.) sulle quali le api si recano per raccogliere i composti che daranno origine alla propoli. Questo ampio spettro di molecole bioattive contribuisce, mediante effetti sinergici, alla funzione antimicrobica ormai riconosciuta alla propoli.

L’estratto di propoli utilizzato nell’esperimento è stato preparato miscelando la polvere di propoli con il metanolo in proporzioni 1:2. Il tutto è stato centrifugato e poi sottoposto ad un trattamento di ultrasuoni. 40 mg del prodotto successivamente essiccato sono stati mescolati in 100 mL di acqua.

Volendo,  per la sanificazione degli alimenti, si può anche utilizzare la propoli alcolica o idroalcolica che comunemente si trova in commercio aggiungendo a 100 mL di acqua un numero variabile di gocce (minimo 10) in funzione della concentrazione del preparato.