Linee guida sulla concessione delle aree pubbliche e demaniali per uso apistico
di Angelo Petretta (presidente AP.AS.)
Siamo sempre più convinti, come associazione, che il rilancio dell’apicoltura campana ed italiana passi innanzitutto per la tutela degli insetti pronubi e della biodiversità. A tal fine proponiamo, con questo articolo, uno strumento che miri ad incoraggiare la diffusione della pratica apistica nelle aree demaniali (non alienabili = non vendibili) e nelle aree pubbliche di proprietà dello Stato, delle Regioni, delle Province, dei Comuni, degli Enti Parco, degli enti senza fini di lucro (es. WWF, Legambiente, ecc.) e di tutti gli altri soggetti che a qualsiasi titolo posseggono e/o gestiscono aree potenzialmente sfruttabili dal comparto apistico. Fra queste elenchiamo, a titolo di esempio (non esaustivo), le seguenti tipologie:
- boschi;
- dune costiere;
- incolti;
- tratturi;
- sponde ripariali o lacustri;
- strade o ferrovie abbandonate;
- prati e boscaglie montane;
- parchi naturali o aree protette di qualsiasi tipologia;
- parchi urbani, rotonde o piazzole spartitraffico.
A tale scopo, gli enti proprietari e/o gestori delle aree potenzialmente eleggibili all’installazione di apiari, possono emanare, con specifiche delibere, bandi atti all’assegnazione delle suddette aree.
Le caratteristiche del bando
Il bando dovrebbe definire i seguenti aspetti:
- la durata della concessione (2-5 anni);
- l’eventuale corrispettivo da versare all’ente gestore da parte
dell’apicoltore (2-5 € per arnia o 50-100 € per postazione in funzione
dell’accessibilità e del potenziale nettarifero);
- i soggetti ammessi a partecipare (solo P.IVA; P.IVA + hobbisti; in regola con la banca dati; assicurazione danni a terzi, ecc.);
- i criteri di assegnazione dei punteggi (biologico, P.IVA, n. di arnie
denunciate, iscrizione ad associazioni di categoria, partecipazione a
formazioni peridotiche, n. di dipendenti, ecc.);
- le regole di gestione della postazione (sfalci periodici, modalità di accesso, referente dell’ente gestore, ecc.).
- l’elenco delle aree messe a bando in concessione;
- la bozza del contratto di concessione da stipulare in caso di assegnazione;
- i casi e le modalità di rescissione del contratto.
Per una più efficace riuscita, è consigliabile che le suddette aree vengano preventivamente individuate attraverso la consultazione di uno o più tecnici appartenenti alle associazioni di categoria e/o attraverso la consultazione di apicoltori professionisti della zona. A tal proposito APAS mette a disposizione i propri tecnici e la rete soci apicoltori professionisti.
Le caratteristiche delle aree date in concessione
L’elenco delle aree oggetto della concessione dovrebbe contenere:
- l’identificativo univoco (codice alfanumerico) delle piazzole;
- il nominativo della piazzola assegnato secondo la toponomastica del luogo o attribuito ex-novo all’atto della stesura dell’elenco;
- le coordinate geografiche (latitudine e longitudine) e l’altimetria;
- l’accessibilità (facilmente accessibile/accessibilità con mezzi 4x4/ecc.);
- potenziale nettarifero (tipologia di fioriture principali);
- massimo n. di arnie collocabili;
- costo annuale della concessione (2-5 € per arnia o 50-100 € per
postazione in funzione dell’accessibilità e del potenziale nettarifero).
Con specifici accordi tra gli enti gestori e gli apicoltori interessati, alcuni degli apiari oggetto del bando potrebbero essere destinati all’istituzione di apiari didattici o all’inserzione di cartellonistica pubblicitaria (a beneficio dell’apicoltore e /o dell’ente concedente).
Foto di copertina: Rina D'Imperio