In questo secondo capitolo sul mondo del polline, diamo uno sguardo alle modalità di scelta delle postazioni e approfondiamo le tecniche e gli strumenti per la raccolta

di Antonio Carrelli Marco D’Imperio (tecnici AP.AS.)

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CAPITOLO 2
3.Quali postazioni scegliere
È un aspetto che spesso viene trascurato ma la scelta della postazione gioca un ruolo fondamentale nel qualità e quantità di polline raccolto. È innanzitutto ovvio che molto dipende dal numero di postazioni che si hanno a disposizione. In linea di massima, potrebbe essere preferibile avere postazioni su monoculture e su fioriture abbondanti e prolungate, così da poter raccogliere polline monofloreale e poi decidere se vendere le partite separatamente o se mescolarle in base alle esigenze del consumatore/acquirente.
Tuttavia occorre considerare che, indipendentemente dal fatto che si voglia produrre o meno polline, è sempre meglio prediligere luoghi con una certa eterogeneità floreale tale da garantire un ampio spettro di aminoacidi (proteine) utili alla sopravvivenza delle colonie.

4.Metodi di raccolta
Il polline viene raccolto mediante delle apposite trappole che si collocano all’ingresso dell’alveare. Anche se in commercio si trovano diversi tipi di trappole dal costo che può andare dai 10 ai 40 euro, il funzionamento è lo stesso per tutte: l’ape, passando attraverso una griglia calibrata (Figura 5) (dotata anche di buchi per il libero passaggio dei fuchi), perde la cestella di polline attaccata alle zampe posteriori; la cestella ha la forma di una piccola pallina del diametro di 1-2 mm che, una volta staccatasi, cade verso il basso ed attraversa un lamiera forata (Figura 6) andando a finire in un cassettino sottostante la lamiera (Figura 7). Il cassettino, nella gran parte dei casi, è composto da un rete a maglia stretta tale da consentire una buona circolazione di aria.

La scelta delle trappole va effettuata in funzione del tipo di arnia che si ha a disposizione, del fatto che si faccia o meno nomadismo e dal budget a disposizione. All’interno della vasta scelta di trappole oggi a disposizione sul mercato italiano è meglio optare per quelle che hanno il cassettino raccogli polline mobile poiché quest’ultimo permette il raccolto giornaliero con il solo spostamento della stesso cassettino e non di tutta la trappola. Il cassettino deve avere una capienza di almeno 1.5 kg di polline che è il quantitativo massimo che in uno-tre giorni si può raccogliere. La rete del cassettino, considerato che deve contenere un alimento, deve essere in acciaio (preferibilmente in acciaio inox) (Figura 7).

Nel posizionamento delle trappole, occorre considerare che, a regime, l’efficienza di una trappola può oscillare fra valori che vanno dal 3% fino ad arrivare al 25%  rispetto ai raccolti dei primi gironi/settimane; ciò, come detto in precedenza, è dovuto al fatto che le api si adattano alla trappola e con il tempo riempiono sempre meno le loro cestelle e fanno arrivare all’interno dell’arnia sempre più polline. Pertanto, i raccolti possono oscillare, nell’arco di una stagione, da un minimo di 1,5 kg a famiglia ad un massimo di 9,2 kg a famiglia (medie europee).

Ora vediamo meglio alcune delle più diffuse tipologie di trappole fra le quali possiamo scegliere. Non riportiamo i prezzi dettagliati perché questi variano molto in funzione del materiale scelto e delle finiture.

Trappola frontale bassa per arnia cubica o con portichetto (Figura 8)
È sicuramente la più semplice e funzionale delle trappole poiché viene apposta sul predellino di volo incastrata, di solito, nelle guide della porticina o bloccata con appositi fermagli o occhielli.

Pregi:
– velocità di inserimento sull’arnia;
– nessuna modifica da apportare all’arnia;
– costi contenuti.

Difetti:
– in caso di apiario nomade deve essere rimossa dall’alveare;
– viene esposta agli agenti atmosferici;
– richiede dello spazio per la rimessa nei periodi di inutilizzo;
– non offre un ottimo riparo del polline dalla pioggia che nel caso di acquazzoni può bagnarsi;
– richiede della manutenzione visto che in gran parte è composta da legno;
– polline più sporco da residui interni (cera, covata calcificata ,api morte, etc.).

Trappola frontale alta  per arnia cubica o con portichetto (Figura 9A)
Per l’uso di questa trappola è necessario effettuare due o tre fori calibrati sul fronte dell’arnia (cubica o nomade che sia) in corrispondenza della griglia passa ape della trappola.
La porticina di volo va chiaramente chiusa per evitare anche il passaggio della luce.

Pregi:
– velocità di inserimento sull’arnia;
– costi contenuti;
– si ottiene del polline più pulito;
– una maggiore produzione di polline stimata intorno al 15%.

Difetti:
– in caso di apiario nomade deve essere rimossa dall’alveare;
– viene esposta agli agenti atmosferici;
– richiede dello spazio per la rimessa nei periodi di inutilizzo;
– richiede della manutenzione visto che in gran parte è composta da legno;
– richiede che l’arnia venga modificata;
– non offre un buon riparo al polline dalla pioggia.

Trappola basale per arnia cubica o con portichetto (Figura 9B)
Questa trappola sostituisce completamente il fondo dell’arnia poiché è composta da una base che funge da fondo più tutto il kit raccolta polline. Non avremo quindi sporgenze oltre il volume dell’arnia se non un aumento in altezza della stessa. Le api continuano ad entrare dalla loro solita porticina e, all’interno dell’arnia, incrociano la griglia. Il cassetto del polline si estendo su tutto il fondo.

Pregi:
– adatta per il nomadismo;
– non necessita di immagazzinamento;
– viene esposta limitatamente agli agenti atmosferici;
– offre un maggiore riparo al polline dalla pioggia.

Difetti:
– costi elevati;
– richiede una modifica sostanziale dell’arnia;
– porta all’ottenimento di un polline con maggiori impurezze.

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