La temuta Vespa velutina comincia a far paura sul serio. I tecnici liguri dell’ALPA Miele, Martino Firullo e Andrea Casaretto, hanno dettagliatamente aggiornato il bollettino di guerra

di Marco D’Imperio

La temuta Vespa velutina (anche detta calabrone asiatico) comincia a far paura sul serio. I tecnici liguri dell’ALPA Miele, Martino Firullo e Andrea Casaretto, hanno dettagliatamente aggiornato il bollettino di guerra il quale fa registrare un’avanzata inesorabile del temuto insetto che, partendo dalla Francia, ha ormai colonizzato la porzione di ponente della Liguria. Nel corso della prima parte della presentazione, sono stati forniti i criteri di identificazione morfologica della Vespa velutina e sono state mostrate le tecniche di attacco mediante le quali il Calabrone asiatico si pone in prossimità dell’ingresso dell’arnia e preda con enorme facilità le poche api che coraggiosamente decidono di uscire. Quelle che non lo fanno, restano dietro la porticina in attesa di un lento ed inesorabile collasso per mancanza di scorte.

Ad oggi, le prospettive di lotta si riducono a poche e flebili armi che rimangono a disposizione degli apicoltori e dei tecnici:

  • innanzitutto posizionare le trappole che, se utilizzate in determinati periodi (da febbraio a maggio ed in autunno), possono catturare le regine feconde e allentare la pressione nella zona.
  • L’altra arma a disposizione è quella della individuazione e distruzione dei nidi primari o secondari. In tal senso giungono notizie che l’area di predazione di una famiglia di Velutina si allarga dai 500 m ipotizzati sino a qualche tempo fa ai 2 km ipotizzati ora. È ovvio che trovare un nido nel raggio di 2 km, in un territorio che è spesso impervio, diventa impresa assai difficile. Il consiglio è quello di osservare le linee di volo delle vespe che dopo aver predato tornano al proprio nido. Per la soppressione del nido, una volta individuato, ci si sta attrezzando con aste telescopiche sempre più leggere ed efficienti con le quali si insuffla permetrina all’interno dell’alveare. Per una più efficace individuazione dei nidi, è fondamentale la strutturazione di un servizio di raccolta delle segnalazioni e di coordinamento degli abbattimenti.

Le speranze vengono riposte nelle poche e spesso tortuose soluzioni che il mondo della ricerca prova a proporre per combattere l’avanzata del calabrone asiatico. Fra queste, quella che sembra promettere meglio è legata all’uso di esche specie-specifiche che potrebbero attirare la vespa e non le api. Altra strada che si sta percorrendo è quella di utilizzare droni dotati di telecamere termiche con le quali si potrebbero individuare con maggiori facilità i nidi. Tuttavia, la sensazione che aleggia nella sala è quella dell’impotenza contro un “nemico” che sembra non avere punti deboli.
Una lotta che giorno dopo giorno assume sempre più le vesti di una battaglia eroica.

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